Suore Francescane

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Fondatrice

Beata Hélène de Chappotin de Neuville  – (Maria della Passione) – Fondatrice Francescane Missionarie di Maria

La fondatrice delle Suore Francescane Missionarie di Maria, fu la Beata Helene de Chappotin de Neuville (Maria della Passione), che nacque in Francia nel 1839.
A vent’anni entrò nelle Clarisse di Nantes, ma non era lì che il Signore la chiamava; costretta dalla malattia dovette lasciare il Convento delle Clarisse e tornare in famiglia.
Più tardi entrò nelle Società di Maria riparatrice e divenne Maria della Passione.
Inviata ancora giovane religiosa nelle Indie si rivelò una vera missionaria; a 29 anni fu nominata Provinciale della Missione, diede tutto di se stessa, per le sue figlie e per quanti l’avvicinarono.
Il Signore aveva però altri disegni; nel 1877 a causa di avvenimenti non previsti, né voluti, attraverso vie misteriose diviene fondatrice di un istituto con una forte ispirazione mariana, aperto all’universalità della missione le “Missionarie di Maria” e solo più tardi si nominarono anche Francescane, quando entrarono a far parte del Terz’Ordine Francescano.
Donna d’azione, ma soprattutto di preghiera profonda, attinge la sua costante intenzione d’amore nella SS.Trinità; il modello della sua vita unitiva nell’incarnazione ed il suo spirito di offerta nel mistero pasquale.
Aperta allo Spirito, invia le sue figlie missionarie verso ogni forma di povertà e a raggiungere il mondo intero.
Ogni invio è per lei motivo di gioia profonda, perché significa portare ovunque la presenza irradiante dell’eucarestia per l’evangelizzazione dei popoli.
Nel 1882 inserisce il carisma di ricca spiritualità francescana, di cui sottolinea la povertà e la minorità.
Gli inizi furono duri e difficili, però la gioia, la semplicità, la povertà, lo spirito di famiglia, l’abbandono totale alla volontà di Dio, caratterizzano la vita di maria della Passione e delle sue prime compagne.
La missione si apre davanti a loro, in tutti i punti del mondo.
I poveri attendono……… il rischio è grande e le possibilità pochissime, ma una volta ancora, vince la fiducia ed esse si lanciano………….
Le prime 7 martiri di Ta-jan-fu, nel 1900, furono la prova più chiara, per Maria della Passione, della volontà di Dio sull’Istituto.
Partì per la casa del Padre il 15 novembre 1904, a Sanremo (IM), dopo aver dato tutto di se stessa per la Chiesa e per le anime.
L’istituto aveva già la sua casa madre a Roma ed era già sparso nel mondo: Europa, Asia, Africa e sono già quasi 3000 le giovani suore di differenti nazionalità, sparse nei cinque continenti a servizio dell’evangelizzazione.

OGGI NEL MONDO
Siamo una fraternità internazionale di suore consacrate, di tante nazionalità e culture, votate alla missione universale.
Una famiglia che vuol vivere l’unità e la comunione.
Sorelle che vogliono vivere insieme la ricchezza e le sfide della diversità, che vogliono condividere semplicemente tutto ciò che sono e che hanno.
Rispondiamo ai bisogni del mondo e della Chiesa universale e particolare, secondo il nostro carisma, attraverso l’annuncio di Gesù Cristo, fatto di testimonianza di vita e proclamazione della Parola, che nella gioia di essere inviate ovunque, vogliono “annunciare e preparare la pienezza del Regno di Dio, in cui tutti i popoli riconciliati, saranno riuniti nell’unico popolo di Dio”.
Cerchiamo di vivere i valori evangelici della giustizia, pace, liberazione, salvaguardia del creato, in dialogo ecumenico e interreligioso.
Accogliamo in semplicità e cordialità quanti vengono da noi.
Andiamo in priorità:
– a coloro ai quali Cristo non è stato rivelato;
– a coloro tra i quali la Chiesa è meno presente, con preferenza per i più poveri.

SPIRITO (CARISMA) DELL’ISTITUTO
E’ un’unità vitale di elementi convergenti e complementari che possono essere distinti ma non dissociati.
La spiritualità delle F.M.M. si esprime:
– nell’offerta della nostra vita per la salvezza del mondo, al seguito di Cristo che si offrì al Padre nel mistero dell’incarnazione e della Pasqua;
– in una vita contemplativa centrata sulla celebrazione e l’adorazione di Cristo eucarestia, l’inviato del Padre che trasforma il mondo, fonte del dinamismo missionario; contemplare l’amore di Dio, per mettergli a disposizione la nostra vita intera: “Eccomi”, come Gesù e Maria.
– nell’universalità della missione per l’avvento del Regno; annunciare a tutti che Dio ci ama, con ogni mezzo, in ogni situazione, specialmente dove Cristo è meno conosciuto, con preferenza tra i più poveri (dall’annuncio diretto alla semplice presenza di amicizia e dialogo, dall’universalità al lebbrosario, alla coopertiva di sviluppo…);
– nell’ispirazione mariana di ogni nostro atteggiamento: Maria donna ideale ci offre il suo esempio di totale disponibilità d’amore; Ella via nella via, Ecce, Fiat;
– nella spiritualità francescana che fa vivere il vangelo in mezzo al mondo in semplicità, pace e gioia; che ci invita ad essere sorelle universali, minori, gioiose e libere, a cantare nella creazione di Dio.

 

STORIA DEL CONVENTO DELLE SUORE FRANCESCANE MISSIONARIE DI MARIA

Il convento delle Suore F.M.M è ritenuto il più antico convento di Regolari a Taormina, cioè il convento francescano dei frati Minori Osservanti, la cui Chiesa è intitolata a S.Maria di Gesù.
Alcuni storiografi narrano che questo sia il quarto convento in ordine cronologico di fondazione, e che qui soggiornò addirittura Sant’Antonio da Padova.
Il convento ha un bel chiostro, dove, per la sua intimità, spira proprio un’aria serafica francescana; il chiostro è formato da tre arcate per ognuno dei quattro lati, ed esse poggiano su 12 colonne monolitiche di pietra di Taormina.
I capitelli delle colonne, pure in pietra di Taormina, sono ornati con quattro rosette scolpite, una su ogni lato:dal centro delle arcate laterali del chiostro, escluse le quattro arcate centrali, pendono dei sostegni in ferro battuto, alla cui base è sospeso un vaso da fiori.
Le 12 colonne del chiostro poggiano su alte basi in pietra di Taormina.
Al centro del chiostro c’è una vasca d’acqua con pesci rossi, e nel mezzo di essa cresce un cespuglio di papyrus, al pianta acquatica di origine egiziana; ai quattro angoli del giardinetto del chiostro ci sono delle piante di Kentia (palmette), molto decorative, e piante di rose e sterlizie.
Una pianta rampicante dal tronco centenario si arrampica per adornare le arcate del chiostro; sul chiostro si affacciano 5 finestre con arco a tutto sesto, decorato con la tradizionale bordura di nera pomice di lava e si aprono 4 porte con arco a tutto sesto, che hanno anch’esse la bordura di nera pomice lavica.
Sul chiostro si apre la porta laterale della chiesa annessa al convento, ma la cosa più bella del chiostro è il grande portale di stile rinascimentale, che è un altro gioiello della serie di bei portali che Taormina vanta.
Esso risale ai primi anni del 1300, ed è un notevole esempio di architettura locale, le cui maestranze subirono gli influssi rinascimentali.
Gli stipiti e l’architrave di bianca pietra di Siracusa portano scolpiti a bassorilievo dei motivi floreali che rappresentano la mistica vite che nasceva due vasi alla base degli stipiti, come nel portale della facciata ovest della Cattedrale.
Sopra l’architrave, munito di mensole, fa bella mostra di sé un arco inflesso e nella lunetta di esso sono scolpiti a bassorilievo due angeli nudi che, con un ginocchio a terra e l’altra gamba piegata, sorreggono con le mani una corona di alloro dentro cui è inscritto uno scudo, nel quale è scolpito un giglio, simbolo della castità di San Francesco.
Sia il portale, che l’arco inflesso che sovrasta l’architrave, sono decorati di una doppia bordura di nera pomice lavica; la prima bordura esterna è una linea continua, mentre quella interna è fatta con rombi di nera pomice di lava.
Il contrasto delle due diverse bordure è molto bello ed ornamentale, e anche in questo bel portale trionfa la tradizionale decorazione architettonica tauromenitana, fatta con le diverse composizioni della nera pomice lavica e della bianca pietra di Siracusa, che possiamo definire uno stile originale taorminese.
La chiesa di S.Maria di Gesù annessa al convento, è stata restaurata durante i lavori di ristrutturazione;
all’origine vi era un bell’altare maggiore, fatto coi policromi marmi di Taormina (simile a quello della Cattedrale) oggi scomparso.
Un grande arco a tutto sesto sovrasta l’altar maggiore, mentre ci sono 5 archi con icone nella parete sinistra e 5 nella destra, e tutti gli archi hanno finte colonne e capitelli di stile corinzio, cioè con le colonne scalanate ed i capitelli ornati con la riproduzione delle foglie di àcanto.
Nelle 5 arcate di sinistra ci sono delle nicchie con le statue di S.Francesco d’Assisi, di San Giuseppe, della Madonna e di Gesù Cristo (S.Cuore); accanto alla porta secondaria che dà nel chiostro, c’è la statua della Beata Assunta Pallotta, che fu una suora F.M.M. di Gesù.
Le 5 arcate di destra non hanno nicchie.
Accanto all’altar maggiore che non c’è più, c’era la tomba di un Geronimo Lombardo, Sacerdote, di cui resta la lapide marmorea molto bella, che è messa in un angolo del cortile interno e che reca questa iscrizione:
D. Hieronimus Lombardus, ide sacerdos atque V.I.D. Leonorae Lombardae, ac Maldonatae matri suavissimae silique, ac suis, ubi sacelum Deiparae sacrum, quo dilla extruendu legarat aere materno, suoque munificentis, erexit Anno –D- MDCXXIX – IX- KAL. Januar.
cioè: Don Geronimo Lombardo, sacerdote, eresse alla soavissima madre Leonora Lombardo Maldonata e a se stesso un sepolcro sacro alla Madre di Dio, che essa aveva stabilito per testamento che fosse costruito col denaro materno e che lui fece più splendido col suo denaro.
Anno del Signore 1629, il nono giorno prima delle Calende di Gennaio (24 dicenmbre).
Nella sagrestia della Chiesa si conserva un ricco fonte battesimale o acquasantiera, fatta coi policromi marmi di Taormina, nella cui vaschetta c’è un antico affresco che rappresenta il battesimo di Gesù Cristo da parte di S.Giovanni Battista.
Sia il battistero che l’affresco risalgono al tempo della fondazione del convento.
Il fonte battesimale è costituito di due parti e cioè, in basso c’è la bacinella con piedistallo monolitico di marmo rosso di Taormina, mentre in alto c’è una bella conchiglia pure di marmo rosso.
Alle origini, il convento fu tenuto dai frati minori Conventuali, i quali poi abbracciarono la Regola dei Frati minori Osservanti, che hanno una disciplina più rigida.
Nella seconda metà del 1400 visse nel convento il frate Beato Cherubino, che fece l’eremita accanto al convento, in un monte scosceso che sovrasta il monastero, in cui ci sono i ruderi di alcune celle di eremitaggio, costruite su tre terrazze del monte.
Questo è chiamato “il posto del Cherubino”, a cui si accede attraverso una ripida e stretta scalinata dagli alti gradini in pietra di Taormina, che conduce a delle piccole celle, dove qualche frate si ritirava per pregare e fare penitenza.
Oltre alle celle, ci sono i ruderi di un pozzo per raccogliere l’acqua piovana, con un lavatoio accanto, a quelli di una cappelletta, nella quale ci sono buone tracce di un affresco, di cui rimane la figura della Madonna quasi intera.
Accanto a questo affresco, c’è un bel Crocifisso in terracotta, che forse fu donato dal defunto scultore Prof. Giovanni Maricchiolo.
Nella cappelletta in rovina si conservava il teschio del Beato Cherubino; oggi si conserva all’interno del convento.
Il beato Cherubino fu un monaco che amava fare penitenza e che si era ritirato sul monte per fare l’anacoreta (eremita); si dice che fece molti miracoli, sia da vi­vo che da morto, e che quando mori, nel 1502, non fu sepolto nel cimitero Co­mune dei frati, ma in una tomba separata. Dopo 90 anni. il suo corpo e le sue vesti furono trovate intatte, e la sua salma fu traslata in un luogo più degno, dove è venerato, probabilmente nella distrutta chiesa di S. Domenico.
I frati francescani abitarono nel convento fino al 1866, quando fu emanata la legge di soppressione degli Ordini religiosi e di esproprio dei loro beni.
Nel 1921 il convento fu acquistato dalle Suore Missionarie Fran­cescane di Maria, che all’inizio vi costituirono una fiorente scuola di ricamo, e poi vi hanno istituito un asilo infantile ed una scuola Media e Magistrale: da un decennio hanno trasformato il vecchio convento francescano in una Casa di Riposo per anziani, dove trovano ricovero molti vecchi.
All’interno della Casa di Riposo c’è un bell’arco a sesto acuto fatto con bianca pietra di Siracusa, e un altro arco uguale e in corrispondenza c’è al primo piano: l’attuale Refettorio della Casa di Riposo ha il soffitto a travi di legno. decorate con mensole. che sono originali dell’antico convento.
Anche quello che è ora il Teatrino o Sala Riunioni della Casa, ha il soffitto ligneo, con travi adornate da mensole scolpite e diverse l’una dall’altra.
Con alcune travi di questi soffitti tolte du­rante i restauri per realizzare la casa di riposo, è stato costruito un portico ester­no nella parte interna della Casa, che è molto bello.
Quando la legge del luglio 1866 sulla soppressione degli Ordini religiosi, il convento e la chiesa furono espropriati ed incamerati dal Demanio dello Stato italiano, la chiesa di
S. Maria di Gesù era sotto il patrocinio della nobile famiglia De Spuches, Duchi di S. Stefano e Principi di Galati, gli stessi del Palazzo S. Stefano; in essa erano dipinte le armi gentilizie dei De Spuches, e in essa erano sepolti diversi componenti della Casata.
Guglielmo De Spuches, che era il Castellano di Ca­stelmola. assieme al figlio Giacomo, fece costruire nel 1445 la cappella gotica che c’è a sinistra nella chiesa, e nel cappellone della chiesa era dipinto il Blasone della nobile famiglia.
Il 28 agosto 1870, il convento dei frati Minori Osser­vanti, in cui aveva soggiornato S. Antonio di Padova 6 secoli e mezzo prima, la chiesa annessa e gli accessori furono venduti all’incanto per Lire 2.500 all’inglese Rainford, tramite il prestanome Ramponi Paolo Edoardo.
Mr Rainford li vendette poi alla famiglia taorminese Atenasio, che a sua volta li alienò all’inglese Hill, finché la figlia di Mr. Hill, miss Mabel Hill, vendette il complesso monastico, costituito del convento, della chiesa e dal giardino, alle Suore Francescane Missionarie di Santa Maria di Gesù. che ne entra­no in possesso il 16 luglio 1921, pagando la somma di
£. 1.200.000.
Per cui, dalle 2.500 lire del 1870, il valore dell’antico mona­stero era salito a un milione e duecentomila lire nel 1921.
Giovanni Francesco Racchia nel suo volume “Taormina. antica, moderna. climatica», dice che il Comune, barbaramente e senza coscienza alcuna, vendette il più antico convento.
Oggi, il più antico convento francescano di Taormina, è un’oasi di pace e di riposo per i nostri vecchi, e quindi continua la sua missione francescana di bontà, di pa­ce e di amore, come S. Francesco d’Assisi insegnò.
A proposito del Beato Cherubino, quando la sua salma tu trovata intatta nel 1592, essa fu traslata nella scomparsa chiesa di S. Domenico, rinchiusa in una teca trasparente.
Quando la chiesa fu bombardata nel 1943, anche la teca del Beato Cherubino fu distrutta; Mons. Cacopardo, arciprete del Duomo, ci ha detto che in quel lontano 9 luglio 1943, giorno del bombar­damento, raccolse le ossa sparse fra le macerie del Beato Cherubino e le consegnò alle Suore Francescane Mis­sionarie di Santa Maria di Gesù, perché le ponessero nella cella
dell’eremo, in cui il Beato Cherubino visse la sua esperienza umana di eremita.
Dopo la ma­nomissione dei resti mortali del Beato Cherubino, essi sono stati messi al sicu­ro dentro il suo convento, ed ora si attende che vengano sistemate in una teca per essere tumulati dietro l’altar maggiore del Duomo, insieme alle reliquie dei 40 martiri uccisi a monte Venere.