- La chiesetta intitolata a S.Antonio Abtae sorge sul
confine meridionale della città, presso la prima cinta muraria esterna,
in cui si apriva la Torre-porta che dalla chiesa prendeva il nome, e
veniva chiamata Porta di S.Antonio.
- S.Antonio Abate fu il fondatore e primo legislatore
della vita monastica.
- Nato da una nobile famiglia d’Egitto, rinunziò ancor
giovane alle ricchezze paterne e si ritirò a fare l’anacoreta (eremita)
nell’alto Egitto, seguito poi da migliaia di discepoli.
- Due sole volte lasciò l’eremitaggio nel deserto, la
prima per confortare i cristiani durante la persecuzione
dell’Imperatore Massimino Daia, l’altra per premunirli dall’eresia di
Ario.
- S.Antonio Abate è il protettore degli animali, certo
a causa della sua lunga convivenza con le bestie selvatiche durante il
suo eremitaggio, ed ogni anno nella ricorrenza della sua festa il
17 gennaio, si effettua la
benedizione degli animali domestici e da allevamento.
- La chiesetta di S.Antonio Abate fu costruita nel
1330 ed essa appartiene a
quel tipo di chiesette rustiche ad una navata che si costruivano nella
periferia dei paesi per soddisfare i bisogni religiosi della povera
gente, che aveva soggezione di recarsi nelle chiese del centro che erano
frequentate dai signori cittadini.
- La parte più importante dell’architettura di questa
chiesa è costituita dal bel portale costruito in calcare bianco, sia
negli stipiti che nell’architrave, che è sovrastato da un arco acuto, il
cui timpano è decorato da archetti, mentre l’arco è incorniciato dal
tradizionale fregio di nera pomice lava; esso assomiglia a quello del
Duomo e dei Cappuccini.
- Due piccole mense fanno da raccordo fra gli stipiti e
l’architrave.
- La facciata è decorata da due finestrelle poste ai
lati del portale, la cui caratteristica consiste nel fatto che sono
chiuse da lamine di piombo lavorate a traforo; anche la altre 4 finestrelle, due nella facciata nord e due nella
facciata sud, sono chiuse da tali lamine traforate di piombo, che sono
certamente di origine bizantina e che costituiscono una curiosità
decorativa.
- In cima all’angolo sinistro della facciata principale
si innalza un piccolo e caratteristico campanile, che è costituito di
tre piastrini, di cui, i due frontali terminano con una piccola cuspide,
mentre il terzo posteriore è mozzo, congiunti da due archetti, sotto i
quali sono impiantate due piccole campane, e la cui struttura è di gusto
seicentesco.
- Al culmine della facciata principale c’è una piccola
croce in pietra.
- Dopo il bombardamento del 1943 fu quasi completamente distrutta, ma fu
subito ricostruita con gli stessi conci (pietre lavorate) recuperati tra
le macerie.
- Circa lo stile architettonico si può dire che esso è
eclettico; mentre nel portale ci sono influssi dell’arte gotica, ben
visibili nell’arco acuto che sovrasta l’architrave, nel minuscolo
campanile incorporato nella facciata, ci sono elementi seicenteschi,
cioè dell’arte barocca, mentre le caratteristiche lamelle, fanno pensare
all’arte bizantina, cioè ai secoli VI – IX.
- Per cui l’ignoto architetto che la costruì ha voluto
fondervi stili, per mettere in mostra la sua conoscenza dei diversi
stili architettonici.
- L’interno della chiesetta ad un solo vano, mostra
nella parete sinistra una nicchia ad arco decorata con marmo grigio di
Taormina, che forma delle volute ai lati degli stipiti, mentre nella
parte superiore imita un baldacchino che è sormontato da una croce
marmorea.
- In questa nicchia è collocata la piccola statua di
legno di S.Antonio Abate, rappresentato con la destra benedicente, con
il bastone pastorale nella sinistra e con la mitra in testa.
- La chiesa dal 1953 è sede di un bel Presepe permanente, che fu
realizzato dal defunto Sig. Dionisio Cacopardo, papà dell’Arciprete
Mons. Cacopardo Salvatore.
- Nel presepe sono riprodotti in scala, con cubetti di
sughero, molti monumenti di Taormina, quali il Teatro Greco, il Duomo,
il Palazzo Corvaja, il Palazzo Badia vecchia, il Palazzo Duca di
S.Stefano, la Piazza IX Aprile, la torre dell’orologio, la chiesa di
S.Giuseppe e l’ex-chiesa di S.Agostino, nonché altri monumenti classici
che, insieme all’ambientazione sapiente di monti e valli crea una
suggestiva scenografia che fa rivivere il grande evento del Natale, cioè
la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo.