- Il convento delle Suore F.M.M è
ritenuto il più antico convento di Regolari a Taormina, cioè il convento
francescano dei frati Minori Osservanti, la cui Chiesa è intitolata a
S.Maria di Gesù.
- Alcuni storiografi narrano che questo
sia il quarto convento in ordine cronologico di fondazione, e che qui
soggiornò addirittura
Sant'Antonio da Padova.
- Il convento ha un bel chiostro, dove,
per la sua intimità, spira proprio un’aria serafica francescana; il
chiostro è formato da tre arcate per ognuno dei quattro lati, ed esse
poggiano su 12 colonne
monolitiche di pietra di Taormina.
- I capitelli delle colonne, pure in
pietra di Taormina, sono ornati con quattro rosette scolpite, una su
ogni lato:dal centro delle arcate laterali del chiostro, escluse le
quattro arcate centrali, pendono dei sostegni in ferro battuto, alla cui
base è sospeso un vaso da fiori.
- Le
12 colonne del chiostro poggiano su alte basi in pietra
di Taormina.
- Al centro del chiostro c’è una vasca
d’acqua con pesci rossi, e nel mezzo di essa cresce un cespuglio di
papyrus, al pianta acquatica di origine egiziana; ai quattro angoli del
giardinetto del chiostro ci sono delle piante di Kentia (palmette),
molto decorative, e piante di rose e sterlizie.
- Una pianta rampicante dal tronco
centenario si arrampica per adornare le arcate del chiostro; sul
chiostro si affacciano 5
finestre con arco a tutto sesto, decorato con la tradizionale bordura di
nera pomice di lava e si aprono 4
porte con arco a tutto sesto, che hanno anch’esse la bordura di nera
pomice lavica.
- Sul chiostro si apre la porta
laterale della chiesa annessa al convento, ma la cosa più bella del
chiostro è il grande portale di stile rinascimentale, che è un altro
gioiello della serie di bei portali che Taormina vanta.
- Esso risale ai primi anni del
1300, ed è un notevole esempio di architettura locale,
le cui maestranze subirono gli influssi rinascimentali.
- Gli stipiti e l’architrave di bianca
pietra di Siracusa portano scolpiti a bassorilievo dei motivi floreali
che rappresentano la mistica vite che nasceva due vasi alla base degli
stipiti, come nel portale della facciata ovest della Cattedrale.
- Sopra l’architrave, munito di
mensole, fa bella mostra di sé un arco inflesso e nella lunetta di esso
sono scolpiti a bassorilievo due angeli nudi che, con un ginocchio a
terra e l’altra gamba piegata, sorreggono con le mani una corona di
alloro dentro cui è inscritto uno scudo, nel quale è scolpito un giglio,
simbolo della castità di San Francesco.
- Sia il portale, che l’arco inflesso
che sovrasta l’architrave, sono decorati di una doppia bordura di nera
pomice lavica; la prima bordura esterna è una linea continua, mentre
quella interna è fatta con rombi di nera pomice di lava.
- Il contrasto delle due diverse
bordure è molto bello ed ornamentale, e anche in questo bel portale
trionfa la tradizionale decorazione architettonica tauromenitana, fatta
con le diverse composizioni della nera pomice lavica e della bianca
pietra di Siracusa, che possiamo definire uno stile originale taorminese.
- La chiesa di S.Maria di Gesù annessa
al convento, è stata restaurata durante i lavori di ristrutturazione;
- all’origine vi era un bell’altare
maggiore, fatto coi policromi marmi di Taormina (simile a quello della
Cattedrale) oggi scomparso.
- Un grande arco a tutto sesto sovrasta
l’altar maggiore, mentre ci sono 5
archi con icone nella parete sinistra e 5 nella destra, e tutti gli archi hanno finte colonne e
capitelli di stile corinzio, cioè con le colonne scalanate ed i
capitelli ornati con la riproduzione delle foglie di àcanto.
- Nelle
5 arcate di sinistra ci sono delle nicchie con le
statue di S.Francesco d’Assisi, di San Giuseppe, della Madonna e di Gesù
Cristo (S.Cuore); accanto alla porta secondaria che dà nel chiostro, c’è
la statua della Beata Assunta Pallotta, che fu una suora F.M.M. di Gesù.
- Le 5
arcate di destra non hanno nicchie.
- Accanto all’altar maggiore che non
c’è più, c’era la tomba di un Geronimo Lombardo, Sacerdote, di cui resta
la lapide marmorea molto bella, che è messa in un angolo del cortile
interno e che reca questa iscrizione:
- D. Hieronimus Lombardus, ide
sacerdos atque V.I.D. Leonorae Lombardae, ac Maldonatae matri
suavissimae silique, ac suis, ubi sacelum Deiparae sacrum, quo dilla
extruendu legarat aere materno, suoque munificentis, erexit Anno –D-
MDCXXIX – IX- KAL. Januar.
- cioè: Don Geronimo Lombardo,
sacerdote, eresse alla soavissima madre Leonora Lombardo Maldonata e a
se stesso un sepolcro sacro alla Madre di Dio, che essa aveva stabilito
per testamento che fosse costruito col denaro materno e che lui fece più
splendido col suo denaro.
- Anno del Signore
1629, il nono giorno prima delle Calende di Gennaio (24
dicenmbre).
- Nella sagrestia della Chiesa si
conserva un ricco fonte battesimale o acquasantiera, fatta coi policromi
marmi di Taormina, nella cui vaschetta c’è un antico affresco che
rappresenta il battesimo di Gesù Cristo da parte di S.Giovanni Battista.
- Sia il battistero che l’affresco
risalgono al tempo della fondazione del convento.
- Il fonte battesimale è costituito di
due parti e cioè, in basso c’è la bacinella con piedistallo monolitico
di marmo rosso di Taormina, mentre in alto c’è una bella conchiglia pure
di marmo rosso.
- Alle origini, il convento fu tenuto
dai frati minori Conventuali, i quali poi abbracciarono la Regola dei
Frati minori Osservanti, che hanno una disciplina più rigida.
- Nella seconda metà del
1400 visse nel convento il frate Beato Cherubino, che
fece l’eremita accanto al convento, in un monte scosceso che sovrasta il
monastero, in cui ci sono i ruderi di alcune celle di eremitaggio,
costruite su tre terrazze del monte.
- Questo è chiamato “il posto del
Cherubino”, a cui si accede attraverso una ripida e stretta scalinata
dagli alti gradini in pietra di Taormina, che conduce a delle piccole
celle, dove qualche frate si ritirava per pregare e fare penitenza.
- Oltre alle celle, ci sono i ruderi di
un pozzo per raccogliere l’acqua piovana, con un lavatoio accanto, a
quelli di una cappelletta, nella quale ci sono buone tracce di un
affresco, di cui rimane la figura della Madonna quasi intera.
- Accanto a questo affresco, c’è un bel
Crocifisso in terracotta, che forse fu donato dal defunto scultore Prof.
Giovanni Maricchiolo.
- Nella cappelletta in rovina si
conservava il teschio del Beato Cherubino; oggi si conserva all’interno
del convento.
- Il beato Cherubino fu un monaco che
amava fare penitenza e che si era ritirato sul monte per fare
l’anacoreta (eremita); si dice che fece molti miracoli, sia da vivo che
da morto, e che quando mori, nel 1502, non fu sepolto nel cimitero Comune dei frati, ma
in una tomba separata. Dopo 90
anni. il suo corpo e le sue vesti furono trovate intatte, e la sua salma
fu traslata in un luogo più degno, dove è venerato, probabilmente nella
distrutta chiesa di S. Domenico.
- I frati francescani abitarono nel
convento fino al 1866, quando fu emanata la legge di soppressione degli
Ordini religiosi e di esproprio dei loro beni.
- Nel
1921 il convento fu acquistato dalle Suore Missionarie
Francescane di Maria, che all’inizio vi costituirono una fiorente
scuola di ricamo, e poi vi hanno istituito un asilo infantile ed una
scuola Media e Magistrale: da un decennio hanno trasformato il vecchio
convento francescano in una Casa di Riposo per anziani, dove trovano
ricovero molti vecchi.
- All’interno della Casa di Riposo c’è
un bell’arco a sesto acuto fatto con bianca pietra di Siracusa, e un
altro arco uguale e in corrispondenza c’è al primo piano: l’attuale
Refettorio della Casa di Riposo ha il soffitto a travi di legno.
decorate con mensole. che sono originali dell’antico convento.
- Anche quello che è ora il Teatrino o
Sala Riunioni della Casa, ha il soffitto ligneo, con travi adornate da
mensole scolpite e diverse l’una dall’altra.
- Con alcune travi di questi soffitti
tolte durante i restauri per realizzare la casa di riposo, è stato
costruito un portico esterno nella parte interna della Casa, che è
molto bello.
- Quando la legge del luglio
1866 sulla soppressione degli Ordini religiosi, il
convento e la chiesa furono espropriati ed incamerati dal Demanio dello
Stato italiano, la chiesa di
- S. Maria di Gesù era sotto il
patrocinio della nobile famiglia De Spuches, Duchi di S. Stefano e
Principi di Galati, gli stessi del Palazzo S. Stefano; in essa erano
dipinte le armi gentilizie dei De Spuches, e in essa erano sepolti
diversi componenti della Casata.
- Guglielmo De Spuches, che era il
Castellano di Castelmola. assieme al figlio Giacomo, fece costruire nel
1445 la cappella gotica che c’è a sinistra nella
chiesa, e nel cappellone della chiesa era dipinto il Blasone della
nobile famiglia.
- Il
28 agosto 1870,
il convento dei frati Minori Osservanti, in cui aveva soggiornato S.
Antonio di Padova 6
secoli e mezzo prima, la chiesa annessa e gli accessori furono venduti
all’incanto per Lire 2.500
all’inglese Rainford, tramite il prestanome Ramponi Paolo Edoardo.
- Mr Rainford li vendette poi alla
famiglia taorminese Atenasio, che a sua volta li alienò all’inglese
Hill, finché la figlia di Mr. Hill, miss Mabel Hill, vendette il
complesso monastico, costituito del convento, della chiesa e dal
giardino, alle Suore Francescane Missionarie di Santa Maria di Gesù. che
ne entrano in possesso il 16
luglio 1921, pagando
la somma di
- £.
1.200.000.
- Per cui, dalle 2.500
lire del 1870, il
valore dell’antico monastero era salito a un milione e duecentomila
lire nel 1921.
- Giovanni Francesco Racchia nel suo
volume “Taormina. antica, moderna. climatica», dice che il Comune,
barbaramente e senza coscienza alcuna, vendette il più antico convento.
- Oggi, il più antico convento
francescano di Taormina, è un’oasi di pace e di riposo per i nostri
vecchi, e quindi continua la sua missione francescana di bontà, di pace
e di amore, come S. Francesco d’Assisi insegnò.
- A proposito del Beato Cherubino,
quando la sua salma tu trovata intatta nel
1592, essa fu traslata nella scomparsa chiesa di S.
Domenico, rinchiusa in una teca trasparente.
- Quando la chiesa fu bombardata nel
1943, anche la teca del Beato Cherubino fu distrutta;
Mons. Cacopardo, arciprete del Duomo, ci ha detto che in quel lontano
9 luglio 1943,
giorno del bombardamento, raccolse le ossa sparse fra le macerie del
Beato Cherubino e le consegnò alle Suore Francescane Missionarie di
Santa Maria di Gesù, perché le ponessero nella cella
- dell’eremo, in cui il Beato Cherubino
visse la sua esperienza umana di eremita.
- Dopo la manomissione dei resti
mortali del Beato Cherubino, essi sono stati messi al sicuro dentro il
suo convento, ed ora si attende che vengano sistemate in una teca per
essere tumulati dietro l’altar maggiore del Duomo, insieme alle reliquie
dei 40 martiri uccisi
a monte Venere.