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GRUPPO
PADRE PIO
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- Presidente in carica: Sig.ra Battistina
Gerardin
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L'ORGANIZZAZIONE
- L'organizzazione dei Gruppi di
Preghiera è molto semplice.
- Basta un gruppo di fedeli che intenda
riunirsi per pregare in comune, e un sacerdote che li guidi con l'
approvazione del proprio Vescovo, per costituire un Gruppo di Preghiera,
che si riunisca periodicamente, per lo più una volta al mese in un
giorno sempre fisso, in una chiesa, per ascoltare la Messa, pregare,
meditare, ascoltare la parola di Dio.
- Non ci sono regole speciali per
queste riunioni. Ogni gruppo può svolgere un suo programma autonomo,
sotto la direzione di un direttore spirituale, e la guida laica di un
capo gruppo.
- L'attività di ogni Gruppo dipende
dalla diligenza e dal fervore apostolico dei propri dirigenti, e può
estrinsecarsi anche in iniziative che investono, oltre che il Gruppo
stesso, anche la più larga comunità parrocchiale, diocesana e oltre.
- Qui riportiamo alcune idee scaturite
dall'insegnamento di Padre Pio e dallo Statuto.
- I Gruppi di Preghiera hanno nel
particolare carisma di preghiera di Padre Pio come un dono testamentario
da vivere e da costantemente sviluppare. Mentre, però, accolgono i
contenuti essenziali dell'esperienza del Fondatore, fanno nella Chiesa e
con la Chiesa un cammino spirituale lungo i percorsi della Storia.
- In questo spirito, se il luogo
preferenziale degli incontri è l'ambito della parrocchia, alla luce
dell'esperienza delle prime comunità cristiane descritte dagli Atti
degli Apostoli, i Gruppi possono riunirsi in luoghi diversi come
ospedali e carceri, in modo da coinvolgere quegli ambienti che con più
difficoltà sperimentano la vita ecclesiale.
La famiglia spirituale scaturita dall'irradiazione del carisma di
preghiera del Padre, è tanto vasta da abbracciare ogni categoria di
persone: sacerdoti, religiosi, laici, fedeli d'ogni età e condizione.
In tal modo i Gruppi di Preghiera si mostrano, secondo le parole di
Paolo VI, come una sorgente, dalla quale si sviluppa un grande fiume.
- I Gruppi si muovono, alla luce dello
Statuto, per realizzare una carità fattiva ed operosa a sollievo dei
sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica dell'amore verso Dio.
La preghiera, quando è esperienza autentica di incontro con Dio, non è
mai sterile e non si esaurisce nelle pratiche di pietà, anzi fiorisce in
opere di carità verso il prossimo.
Il Papa, parlando ai Gruppi di Preghiera della vita spirituale
incentrata sull'Eucarestia e la riconciliazione, afferma che tale
"dinamismo non mancherà di tradursi in fattivo amore verso i fratelli,
specialmente verso quelli che sono nella sofferenza e nel bisogno. Anche
in questo Padre Pio vi è di esempio" (discorso
1996).
Per un concreto riferimento riportiamo delle piste nelle quali i Gruppi
potranno impegnarsi secondo le proprie attitudini e le molteplici
necessità e che, naturalmente, vogliono essere aggiornate secondo le
esigenze del tempo e dell'ambiente: l'assistenza ai malati, l'educazione
della gioventù, il sostegno alla vita, l'assistenza degli
extra-comunitari, le comunicazioni sociali, e altre.
Inoltre, se gli aderenti ai Gruppi di Preghiera non possono sentirsi
dispensati dalla "carità fattiva", volendo impegnarsi nel sociale è bene
ricordare che, come Gruppo, non possono prendere nessuna iniziativa
senza l'approvazione e al di fuori della programmazione pastorale della
Chiesa locale e diocesana.
- Nello Statuto dei Gruppi di Preghiera
all'articolo 2,
leggiamo: "Gli aderenti ai Gruppi cureranno la loro formazione
spirituale partecipando alle riunioni dedicate all'approfondimento della
dottrina cattolica".
Esplicito è anche l'invito di Giovanni Paolo II a curare la formazione
cristiana dei Gruppi con una approfondita catechesi, presupposto per una
coerente testimonianza di fede per le vie del mondo: "I vostri incontri
di preghiera - ammonisce nell'incontro del
1998 - siano sempre occasione di approfondita catechesi
e stimolo alla serena e coraggiosa coerenza cristiana".
Il cardinale Martini, a sua volta, augura che "dai vostri Gruppi nasca
questo grande movimento di preghiera della parola di Dio, della
meditazione del Vangelo, dei Salmi, di san Paolo, delle pagine della
Scrittura" (Omelia per i Gruppi di Preghiera di P.Pio, 6 febbraio 1994).
Padre Pio visse questa realtà. Non sono poche le espressioni che
indirizza ai suoi figli spirituali, nelle quali esorta alla meditazione
assidua della Parola di Dio.
A chi gli chiede quali libri spirituali debba leggere, Padre Pio
risponde di preferire la Bibbia e la antepone alla stessa orazione e
meditazione "perchè nell'orazione e meditazione siamo noi che parliamo
al Signore, mentre nella santa lettura è Dio che parla a noi" (Epist. II,
p.129).
- Per la vita spirituale e formativa
dei Gruppi vengono proposti, oltre gli incontri mensili altri incontri
intervallati tra loro, in particolare per la catechesi biblica.
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